venerdì 6 aprile 2007

PRESENTAZIONE

Di Fabio Bassoli

Presidente Uscente AIMS


I PRINCIPI DELLA MEDIAZIONE SISTEMICA
E’ un piacere e un onore, quale Presidente uscente (al mio posto da novembre sarà presidente Rodolfo de Bernart) dell’ AIMS, introdurre questo primo numero di “ Mediazione Familiare Sistemica “ che sarà la rivista ufficiale dell’ Associazione. Finalmente !
E’ sempre molto difficile far nascere una nuova rivista: l’AIMS fino ad ora aveva preso “in prestito” MAIEUTICA, la rivista ufficiale delle scuole ISCRA di Modena e ITFF di Firenze, mentre per gli aspetti informativi da anni aveva una Newsletter che continuerà ad uscire assolvendo i compiti di divulgazione delle attività dell’ Associazione e dei nuovi associati.
Il nome della rivista “Mediazione Familiare – Sistemica “ esprime nello stesso tempo l’idea di mantenere il focus sulla famiglia e di rimanere coerenti al pensiero sistemico.
L’Associazione è nata nel 1994 con l’intento di identificare nel pensiero Sistemico-Relazionale la sua epistemologia di riferimento e di orientare il campo di intervento della Mediazione nella famiglia e in diversi contesti e sistemi sociali. Fino a quel momento in Italia e in Europa la Mediazione aveva scelto di occuparsi in principalmente della coppia nel Processo di separazione e divorzio.
La scelta dell’epistemologia e della prassi sistemica nella MEDIAZIONE, presuppone una ridefinizione ed una riaffermazione dei concetti di mediazione e di conflitto.
Alcune definizioni ed interpretazioni della mediazione in senso lineare ed istruttivo hanno, forse, portato ad una negoziazione della contesa troppo meccanicistica , e quindi ad una tecnica che spesso dimentica alcuni “principi” alla base della mediazione del conflitto.
Mediazione significa essere in mezzo, trovarsi tra. Una prima funzione
arcaica, teologica, era quella di congiunzione tra Dio e l’uomo. Oggi il significato di mediazione è essenzialmente quello di conciliazione, di negoziazione tra parti in conflitto che esercitano una contesa. Il rischio – però – è di una teoria e di una prassi a volte troppo rigida e meccanica.
Dobbiamo quindi intendere la mediazione come qualcosa che si situa tra le parti in conflitto, incontrando ciò che sta alla fonte del conflitto, accettando lo stesso prima di tutto quale elemento imprescindibile di vita, poi quale fonte di apprendimento e di crescita.
Un apprendimento ed una crescita di separazione e di solitudine (nel significato più profondo e primordiale dei termini) che accettano il Disordine quale elemento peculiare del conflitto.
Una visione ecologica del conflitto accetta dunque che lo stesso sia rappresentato e rappresenti un’ esperienza di separazione, di perdita, di solitudine come avviene spesso nella vita. Una visione che valorizza le differenze quali fonti inesauribili di affinità e consenso, nel rispetto della individualità e l’esaltazione delle relazioni.
Circuiti riflessivi a cui si torna, come ci insegna Bateson, in una alternanza tra forma e processo.
Quindi la mediazione si pone in uno Spazio e in un Tempo evolutivo che rappresentano ed accolgono il CONFLITTO / SEPARAZIONE e le loro FUNZIONI.
Ma quale è la funzione della Mediazione? Anni fa ho descritto una ricerca nel campo della riabilitazione psichiatrica, la funzione di INTERMEDIAZIONE (termine che a me piace di più per descrivere tale funzione). Così la descrivo nel libro “L’arte del Corago”: qualcosa che funge da collegamento, ponendo una cosa in relazione all’altra “ con una funzione finalizzata a rendere possibile e significativa una fase di transizione, in un spazio e in un tempo transizionale, secondo la definizione di Winnicott, tra la rottura di un equilibrio soggettivo e relazionale e quella autonomia all’interno di un processo di individuazione – separazione bloccato da un evento o da un comportamento psicopatologico.”
Tale funzione, allora applicabile alla cronicità della malattia mentale, oggi, a mio parere, ritorna attuale se applicata alla Cronicità del Conflitto e alle sue istanze distruttive. Allora come oggi la mediazione – intermediazione deve essere anche una rappresentazione tragica, drammatica del conflitto e della separazione.
Il Corago o Coreuta mediatore deve essere capace di intermediare “portando in scena “ tale “azione drammatica” specchio di una conflittualità che fa parte della vita. Quindi la mediazione non può essere solo RIPARATIVA ma deve soprattutto essere capace di accoglimento del Conflitto e del Disordine quale sua origine e produzione, con una funzione profondamente catartica ed evolutiva in quanto capace di facilitare il passaggio da una visione statica ad una visione dinamica del conflitto. Ecco perchè per essere mediatori occorre prima di tutto possedere il “culto “ della mediazione.
L’ AIMS pur mantenendo il focus principale sia in ambito formativo che di intervento sui processi di separazione coniugale, ha spostato l’attenzione, coerentemente al punto di vista sistemico, sulla famiglia, sui rapporti intra ed intergenerazionali a sulle fasi del ciclo vitale in cui si generano conflitti all’ interno della stessa famiglia.
Non solo, ma ha voluto considerare i conflitti anche in altri contesti, come quello sociale, quello scolastico, quello penale, quello istituzionale. Tutto ciò riconoscendo l’ importanza che hanno le relazioni dell’individuo nel proprio sistema familiare e nella propria storia, ma anche l’importanza della rete psicologica – sociale e giuridica che lo stesso individuo costruisce nelle esperienze che accompagnano il conflitto.
Se da una parte abbiamo utilizzato le relazioni ed il contesto quali fonti di informazione e di apprendimento, dall’ altra siamo partiti da una rivalutazione del conflitto come qualcosa che ha potenzialità positive, costruttive ed evolutive. Non quindi un conflitto da “curare” a tutti i costi, come negativo e patologico, ma un conflitto da utilizzare , finchè è possibile come strumento di comunicazione e di confronto.
Mediazione come negoziazione ma anche come creazione di possibilità e scelte in quelle situazioni in cui il vincolo e la guerra sembrano essere le uniche risorse.
L’ AIMS ha, dalla propria nascita , sempre continuato a stimolare confronti al proprio interno (ricordo che per i soci didatti dell‘ AIMS è obbligatoria l’autoformazione fornita dalla stessa Associazione e consistente in regolari incontri di scambio e confronto nei temi della formazione e della pratica di mediazione). Anche i rapporti all’ interno del Forum Europeo sono stati improntati a tale necessario confronto.

Questo primo numero contiene gli atti del 3° Convegno Internazionale dell ‘AIMS
svoltosi a Riccione il 29 – 30 settembre 2001 dal titolo “Mediazione
Sistemica: i contesti e le strategie dell‘ intervento sui conflitti”.

Il convegno ha continuato il percorso scelto dall’ AIMS di confronto teorico
e pratico delle attività didattiche e di mediazione dei Centri AIMS.
La partecipazione al convegno e le relazioni di Carlos Sluzki e di Sara Cobb
(Soci Onorari) hanno portato rilievo al movimento culturale che l’ Associazione
ed i suoi Soci hanno creato, con l’obbiettivo non solo di stimolare sul
piano sistemico la formazione e la pratica della Mediazione, ma di creare, come
già detto, una vera e propria cultura sistemica della stessa. A mio avviso
solo creando tali presupposti, per i quali la scelta del pensiero sistemico come
cornice continua a rappresentare “una scelta coerente”, sempre aperta
però a qualsiasi confronto in cui sia le differenze che le affinità trovino
spazio e voce, sarà possibile che l’Associazione e questa Rivista,
che la rappresenterà anche fuori dai propri confini, raggiungano lo scopo
di percepire e far percepire quello che Morineau definisce “Lo Spirito
della Mediazione”.


Fabio Bassoli
Presidente AIMS
fabiobassoli@iscra.it